Vulcanologia d'Italia

L'Italia è un paese vulcanicamente attivo[1][2], che contiene gli unici vulcani attivi nell'Europa continentale[3] (mentre isole vulcaniche sono presenti anche in Grecia, nell'arco vulcanico dell'Egeo meridionale). Il vulcanismo del paese è relazionato in senso lato alla presenza, a breve distanza a sud, del limite convergente tra la placca africana che si muove verso nord e la placca euroasiatica; l'interazione di tipo collisionale tra le due placche ha come effetto principale attualmente la subduzione della placca crostale ionica a sud sotto l'arco calabro lungo un piano di Benjoff e la sua progressiva fusione entro il mantello, con conseguente risalita di magmi entro la crosta e in superficie.

A grandi linee esistono tre aree principali caratterizzate da vulcanismo attivo attualmente o in tempi storici: un gruppo di centri vulcanici che decorrono in direzione sud est - nord ovest nella parte centro-meridionale e lungo la costa tirrenica della penisola italiana (l'arco vulcanico campano); un altro gruppo che comprende la parte nord orientale della Sicilia e il Mar Tirreno sud orientale (Etna e arco vulcanico eoliano); un ulteriore gruppo che copre una vasta area entro il Canale di Sicilia, situato tra l'isola di Pantelleria e la costa meridionale della Sicilia. La Sardegna ha avuto una storia geologica totalmente separata da quella del resto d'Italia: si verificarono diversi cicli di attività vulcanica, l'ultimo dei quali terminato all'inizio del Pleistocene, ma attualmente ospita solo vulcani definitivamente spenti.[4]

A causa della loro posizione in zone densamente abitate, l'Etna e il Vesuvio sono stati inseriti nell'elenco dei Vulcani del Decennio, una lista dei vulcani da tenere più sotto stretta sorveglianza stilata a livello globale.

  1. ^ I vulcani in Italia, su ingvvulcani.com. URL consultato il 29 novembre 2020.
  2. ^ (EN) Global Volcanism Program | Italy Volcanoes, su Smithsonian Institution | Global Volcanism Program. URL consultato il 13 dicembre 2022.
  3. ^ Il Laacher See in Germania e la Chaîne des Puys in Francia potrebbero però essere quiescenti.
  4. ^ Filippo Mundula, Raffaello Cioni, Francesco Dessì, Antonio Funedda, Maria Teresa Melis, Danila Elisabetta Patta, Gli edifici vulcanici cenozoici della Sardegna (PDF), Rubbettino Editore, 2015.

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